La prima storia di Otto è dedicata a Karl Lagerfeld.
Scomparso recentemente, di lui si sono raccontanti i successi e la vita professionale, ma qui vorrei ricordarlo per fatti non legati al lavoro, come si fa con un caro amico, con qualcuno con cui si è condiviso un pezzo di vita, perché Kalr Lagerfeld ha accompagnato non solo la mia, ma la maggior parte della vita degli amanti della moda della mia generazione.
Non tutti ricordano che il suo secondo nome fosse Otto… lo lasciò poi nel corso degli anni, ma spero che questo sia, per questa mia nuova avventura, un segno positivo.
Chi lo ha conosciuto, ricorda di lui l’estrema gentilezza che riservava a tutti, senza fare differenza tra le signore che si occupavano di pulire i pavimenti della boutique Chanel a Parigi, o principi, regine e star di Hollywood; intelligente, rispettoso, aveva una passione per i libri che collezionava in grande numero (si dice che nella sua casa principale ne avesse più di 300.000)
Iniziò da Pierre Balmain negli anni ’50, con un ruolo di puro servizio, perché voleva imparare e capire, con una umiltà ed una consapevolezza di sé che oggi sembra essere molto rara.
Da giovane guidava una Mercedes 300 SL “Gullwing” con le portiere ad ali, e negli ultimi anni si faceva accompagnare da un autista su una Bentley Continetal oppure una Hummer: aveva gusti decisi, lui, anche in fatto di automobili.
Utilizzava e conosceva il mondo digitale, ma amava la carta e l’inchiostro: si dice che invece delle penne usasse degli eyeliner di Shu Uemura… disegnava così bene che i suoi bozzetti sembravano opere d’arte; ce ne sono oltre 40.000 negli archivi di Chanel e non so cosa darei per poterli vedere e toccare.
Negli ultimi giorni della sua vita, si è fatto accompagnare da Chupette, la sua bellissima e nota gatta bianca; compagna inseparabile, amata e viziata; fonte di affetto, divertimento ed ispirazione, Chupette è divvenuta essa stessa icona, ed in qualche modo, ha raccontato di Karl Lagerfeld, una parte più intima, svelando ciò che i suo grandi occhiali neri tentavano di nascondere.
Ora se ne è andato, lasciando un vuoto difficilmente colmabile sotto molti punti vista.
“La moda non è né morale né immorale, ma può fare bene al morale”
Karl Lagerfeld